Precipita la situazione economica del Consorzio Venezia Nuova, gestito dai commissari nominati dopo lo scandalo Mose, che nel 2014 scoperchiò un enorme giro di tangenti dalle grandi imprese concessionarie. Le principali sigle sindacali hanno ottenuto rassicurazioni sul completamento dell'opera, il pagamento degli stipendi e la disponibilità di tutte le risorse, ma hanno anche precisato di essere pronte ad intraprendere tutte le iniziative necessarie. Il Consorzio Venezia Nuova ha infatti fatto sapere che si prospettano 10 mesi di cassa integrazione per tutti i dipendenti perché da marzo non riuscirebbe più a pagare gli stipendi.
Il Commissario straordinario si è impegnato a comunicare entro martedì la conferma formale delle risorse necessarie a garantire il pagamento degli stipendi dei circa 250 lavoratori. Se però la situazione non si sbloccasse i sindacati hanno avvertito che faranno quanto possibile per richiamare alle proprie responsabilità tutti gli organi decisori. Nei prossimi giorni, inoltre, annunciato un incontro per illustrare nel dettaglio l'iter di completamento del Mose.
Alcuni consiglieri regionali del Veneto, del Partito Democratico, sottolineano come la situazione stia diventando insostenibile, che si deve trovare una risposta per i 250 lavoratori che rischiano di rimanere a casa, compromettendo il sistema relativo al completamento, collaudo e funzionamento del Mose stesso. I rappresentanti del Pd chiedono, inoltre, che la regione prenda in mano la situazione ed assuma un ruolo da protagonista, in relazione con il ministero dei Trasporti e dell'Ambiente, con compiti di indirizzo sugli interventi di gestione del sistema Mose e sul monitoraggio delle relative opere di compensazione ambientale.
Davide Fifaco