Chiedere un mutuo in banca, partecipare ad un concorso, ma anche addottare un bambino. Tutto questo non rappresenterà più un muro invalicabile per chi, in Italia, è guarito da un tumore.
L'oblio oncologico diventa finalmente legge e sancisce il diritto all'oblio per coloro che sono stati affetti da patologie oncologiche con l'obiettivo di prevenire le discriminazioni e tutelare i diritti.
Ne abbiamo parlato proprio con una delle sentarici che sa semopre si è impegnata per promuovere questa possibilità, Tatjana Rojc, che commenta così questo importante passo in avanti:
"Questa è una legge che è già stata in qualche modo presentata, come disegno di legge, nella scorsa legislatura dalla senatrice Paola Boldrini e poi ripresa, in questa legislatura, dall'inizio con le senatrici Zampa e Zambito e quindi ieri, finalmente, l'approvazione all'unanimità. Questa è una legge di civiltà, perché chi ha passato la malattia oncologica e per fortuna la ricerca ha fatto passi da gigante in questi ultimi anni, è arrivata a salvare moltissime vite, a far guarire paziente oncologici, io ne sono un esempio, aveva bisogno di una ulteriore modifica e soprattutto, appunto, l'oblio perché non dimentichiamoci che chi è guarito ha diritto a tornare ad una vita normale, dopo i 5 anni canonici o 10 in questo caso dalla comparsa della malattia. Questo comporta, ovviamente, il poter accedere a dei mutui, dei prestiti agevolati, accedere ai concorsi pubblici. Quindi una legge che apre una possibilità, ad una grande ed importante fetta di popolazione, di tornare, in qualche modo, ad avere gli stessi diritti che hanno coloro che non si sono mai ammalati".
Insomma, si va finalmente a cancellare una discriminazione che esisteva!
"Assolutamente. Alcuni paesi l'hanno già fatto in Europa, ma non tutti. Siamo lontani, ben lontani, dalla totalità e sono particolarmente lieta che l'Italia sia tra questi Paesi che hanno capito l'importanza, appunto, di questa legge, di questo testo, di questo atteggiamento, nei confronti dei guariti ed è stato il lungo applauso liberatorio di tutto il Senato, una standing ovation davvero molto sentita, che ha certificato, in qualche modo, l'importanza di questa legge e la gioia di tutti noi".
Davide Fifaco