Violenza sulle donne Foto: Radio Capodistria
Violenza sulle donne Foto: Radio Capodistria

In un'intervista alla rivista "Donna Moderna" la premier italiana Giorgia Meloni ha affermato che nei casi di violenza sessuale c'è un'incidenza maggiore di persone immigrate, soprattutto illegalmente.

Alle parole del presidente del Consiglio si sono aggiunte quelle del vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, che spiega: "Difendere le ragazze significa anche riconoscere l'inevitabile e crescente incidenza degli aggressori stranieri, un dato preoccupante che non sminuisce in alcun modo i casi italiani ma evidenzia le pericolose conseguenze di un'immigrazione incontrollata, spesso proveniente da Paesi che non condividono i principi e i valori occidentali".

In precedenza, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella aveva parlato di numeri allarmanti riguardo la violenza contro le donne. "È un comportamento che non trova giustificazioni, radicato in disuguaglianze, stereotipi di genere e culture che tollerano o minimizzano gli abusi, che si verificano spesso anche in ambito familiare" afferma Mattarella, ricordando che la Convenzione di Istanbul, "è il primo strumento giuridicamente vincolante ad aver riconosciuto la violenza di genere come una violazione dei diritti umani" ed aggiungendo che "l'Italia ha ratificato la Convenzione nel 2013, dotandosi di strumenti di tutela per garantire una piena protezione alle vittime di violenza di genere".

"Quanto fatto finora non è, tuttavia, sufficiente a salvaguardare le donne, anche giovanissime, che continuano a vedere i loro diritti violati. È un'emergenza che continua". "Nessuna scusa" - osserva e conclude il Capo dello Stato - "è il tema proposto dalle Nazioni Unite, ed è addirittura superfluo sottolineare che non ci sono scuse accettabili a giustificazione della violenza di genere. Occorrono azioni concrete. È fondamentale continuare a lavorare per eradicare i pregiudizi e gli atteggiamenti discriminatori che rendono ancora oggi le donne più deboli nella società, nel lavoro e nella famiglia."

Davide Fifaco