Jean-Claude Juncker Foto: EPA
Jean-Claude Juncker Foto: EPA

Intervento all'Assemblea di Strasburgo del presidente della commissione europea, Jean Claude Juncker. Si sofferma anche sulla sentenza della Corte di arbitrato; è una questione che riguarda l'Unione Europea, ma ne sono responsabili Slovenia e Croazia; si trovi la soluzione attraverso un confronto bilaterale.

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Il contenzioso confinario va risolto bilateralmente. Così il presidente della commissione europea, Juncker, nel discorso all'Europarlamento. È tornato a rivolgere un appello a Lubiana e Zagabria; si tratta anche di un problema che riguarda l'Unione Europea, ha evidenziato, ma è necessario trovare una soluzione su base bilaterale. L'esecutivo ha offerto il suo aiuto, ha aggiunto Juncker, ma non sono ancora arrivate richieste in merito. Slovenia e Croazia sono responsabili di questo problema, devono trovare una via di uscita. Juncker ha ribadito che le porte della commissione restano aperte per dare un contributo ai due paesi, ricordando di averne parlato con il premier sloveno Cerar. La Croazia ha abbandonato il processo di arbitrato, adesso dobbiamo trovare un compromesso, ha evidenziato ancora il presidente dell'esecutivo comunitario, che accontenti entrambi. Con pazienza, senza iniziative unilaterali e senza far pesare il problema sui cittadini, concretamente sui pescatori. Ha poi detto che nessun paese dei Balcani occidentali potrà entrare nell'UE se prima non risolverà tutte le questioni aperte in materia di confini. Juncker è stato categorico nel proprio intervento; "è finito il tempo dei giochetti, come rinviare la soluzione delle difficoltà e delle vertenze, rimandando tutto a dopo l'ingresso nell'Unione Europea. Juncker ha parlato dopo il premier croato Plenković, che nel suo intervento non ha fatto alcun riferimento alla vertenza confinaria e alla sentenza della corte di arbitrato. Proprio oggi la commissione europea presenta la nuova strategia per rilanciare il processo di allargamento ai Balcani occidentali e che pone dei paletti per l'adesione. Tenuto conto delle esperienze con Slovenia e Croazia, l'UE intende dare un chiaro segnale; in futuro non verranno "importati", per così dire contenziosi bilaterali ancora irrisolti tra i paesi che vogliono entrare a far parte dell'Europa comunitaria. A gennaio il presidente della commissione, Juncker, aveva evidenziato la responsabilità di Slovenia e Croazia in questa fase del processo di allargamento.