Foto: http://sff.ba/
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I giovani bosniaci dimostrano un crescente interesse per la lingua italiana, divenuta in pochi anni la seconda lingua straniera più studiata in Bosnia Erzegovina dopo l'inglese.
Una 'popolarità' testimoniata dalla presenza dell'italiano come materia d'insegnamento non solo presso le università (Banja Luka, Sarajevo, Zenica e Mostar) ma, spesso, anche nelle scuole primarie e secondarie. Senza contare le scuole di lingue private e gli iscritti ai corsi dei Comitati della Società Dante Alighieri.
Il governo di Roma incoraggia questa tendenza in molti modi: dai contributi finanziari forniti a supporto delle cattedre di italiano alla donazione di materiale didattico, dalle borse di studio per studenti ai corsi di formazione per docenti e lettori. In linea con queste consolidate attività giunge ora il primo "Incontro dei professori e degli studenti di italiano in Bosnia Erzegovina" che si svolge domani presso l'Università di Zenica, organizzato dall'Ambasciata d'Italia a Sarajevo. L'obiettivo è quello di mettere a confronto idee ed esperienze, per individuare nuovi stimoli e nuove modalità di insegnamento della nostra lingua. Anche in rapporto al mondo del lavoro. Come informa l'Ambasciata, "alcune tra le 70 imprese italiane che operano in Bosnia, Paese in cui danno lavoro direttamente a oltre 10 mila persone, e indirettamente a molte di più, sono state invitate a raccontare come la conoscenza della lingua italiana possa agevolare la ricerca di un impiego".
Per facilitare la partecipazione di professori e rappresentanze studentesche, l'Ambasciata si farà carico del trasporto gratuito.