La Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite, ora dovrà pronunciarsi sul merito della denuncia, riferisce la stampa catalana, aveva già considerato positivamente nei giorni scorsi il ricorso di un altro leader politico catalano detenuto, Jordi Sanchez, e ha chiesto in forma cautelare a Madrid di tutelare i suoi diritti politici.
L'ex leader catalano, Puigdemont, che contesta Madrid per lesione dei suoi diritti politici è attualmente in prigione in Germania. Pure il Tribunale di Neumunster ha deciso che Puigdemont dovrà rimanere in carcere, dopo essere stato arrestato al confine con la Danimarca, in attesa che la giustizia tedesca si pronunci su un'eventuale estradizione in Spagna. Rischia 30 anni di carcere per ribellione, sedizione e malversazione legate al processo per l'indipendenza della Catalogna.
Uno degli avvocati di Puigdemont, ha detto di prevedere che resterà in Germania "due o tre mesi". Il legale ha precisato che al momento non è previsto che chieda l'asilo politico in Germania ma che "lo studieremo se sarà il caso". L'Ue intanto ha scelto il silenzio preferendo non commentare la vicenda. Sulla questione catalana l'Unione europea in più occasioni ha ribadito la sua posizione che consiste nel "rispetto dell'ordine costituzionale della Spagna", senza mai entrare nel merito delle vicende.
Non si placano, intanto, le proteste per l'arresto dell'ex numero uno della Generalitat, i dimostranti hanno bloccato il traffico sull'autostrada che conduce verso il confine francese ma gli automobilisti sono stati fermati anche su altre strade della regione; a Barcellona sono state paralizzate le "avenide Diagonal e Meridiana, generando il caos viario nella "metropoli. I manifestanti chiedono la liberazione dell'ex-presidente e degli altri leader catalani in carcere preventivo a Madrid. Le proteste nelle ultime 48 ore hanno portato a numerosi arresti e provocato un centinaio di feriti tra manifestanti e forze dell'ordine.