Il settantacinquesimo anniversario dell'attacco nucleare di Hiroshima è stato celebrato nella città giapponese con una cerimonia in versione più contenuta, a causa delle restrizioni legate alla pandemia del coronavirus. Il numero degli ospiti è stato ridotto di un decimo, con rappresentanti di oltre 80 Paesi che hanno assistito alla cerimonia insieme al premier nipponico Shinzo Abe.
Alle 8.15, ora esatta in cui fu sganciata la bomba atomica dall'aeronautica statunitense, il rintocco di una campana ha richiamato un minuto di silenzio. Il sindaco di Hiroshima, Mazumi Matsui, nel suo discorso ha rivolto un appello ai capi di Stato e di governo di tutto il mondo, affinché tutti si impegnino con maggiore forza nella denuclearizzazione del pianeta, per far in modo che tragedie come quelle della Seconda Guerra Mondiale non si ripetano.
Era il 6 agosto 1945 quando il bombardiere americano Enola Gay sganciò sulla città "Little Boy" - così era stato chiamato l'ordigno nucleare, il primo ad essere utilizzato in un conflitto militare, che esplose ad un'altitudine di 576 metri, con una potenza pari a 12.500 tonnellate di tritolo. L'esplosione nucleare provocò immediatamente circa 60.175 morti, saliti poi a circa 100.000 nei mesi immediatamente successivi, a causa del fallout radioattivo. Altre persone si ammalarono e/o morirono per i danni da esposizione radioattiva a breve-medio termine; di queste il numero non fu esattamente stimabile, a causa del fatto che circa 180.000 abitanti sfollarono e si dispersero altrove nelle settimane successive all'attacco.
Tre giorni dopo, il 9 agosto, è stata poi la volta di "Fat man", la bomba al plutonio lanciata su Nagasaki, che ha ucciso altre 70 mila persone, mettendo fine alla Seconda Guerra Mondiale, grazie alla resa incondizionata del Giappone, firmata il 15 agosto.

Davide Fifaco

Foto: Reuters
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