Il D-day delle primarie statunitensi è arrivato. Questo martedì gli elettori di 15 stati sono chiamati a scegliere il loro beniamino in vista delle prossime elezioni presidenziali. In campo repubblicano Donald Trump potrebbe essere vicino per la seconda volta alla sua incoronazione come candidato contro una battagliera Nikki Haley, che cerca di tallonare l'ex presidente, che da ieri tra l'altro è stato definito eleggibile per le presidenziali del 5 novembre dalla Corte Suprema, che ha rigettato la decisione dei giudici del Colorado di escluderlo a causa di un suo presunto coinvolgimento nell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
In campo democratico nessuna sorpresa, con il presidente Joe Biden che corre senza avversari; la cui strada sembra spianata, nonostante la protesta degli elettori del Michigan contro l’impegno Usa a fianco di Israele, che ha raccolto il 13% dei voti per gli "uncommitted", cioè i non impegnati. Una protesta che ora potrebbe essere fatta propria dai democratici anche negli Stati chiamati al voto in questo Super Tuesday: Alabama; Alaska (solo per i Repubblicani); Arkansas; California; Colorado; Iowa (solo per i democratici) Maine; Massachusetts; Minnesota; Carolina del Nord; Oklahoma; Tennessee; Texas; Utah; Vermont e Virginia, a cui si aggiunge il territorio delle Samoa americane.
Questa tornata elettorale promette di essere decisiva, soprattutto in campo repubblicano: Nikki Haley ha, infatti, dichiarato di voler continuare la campagna fino alla Convention repubblicana di luglio, sperando probabilmente in qualche svolta giudiziaria negativa per Trump, anche se una sconfitta sonora nel Super Tuesday rischia di compromettere seriamente la sua campagna e portare molti finanziatori ad abbandonarla.
Barbara Costamagna