Foto: EPA
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A seguito dell'ultimo attacco russo sul territorio ucraino, Donald Trump, ha ripreso la sua linea critica nei confronti del suo predecessore Joe Biden. Ha nuovamente espresso il suo dissenso riguardo alla gestione del conflitto, attribuendo al democratico la responsabilità di aver adottato strategie sbagliate, che, a suo avviso, hanno contribuito all'escalation degli scontri. In particolare, ha sostenuto che le decisioni prese dalla Casa Bianca con Joe Biden abbiano, di fatto, innescato il conflitto, anziché prevenirlo. Sebbene in precedenza fosse stato elogiato da Trump come negoziatore commerciale di “notevole abilità”, anche prima dell’acceso confronto avvenuto nello Studio Ovale, il Capo della Casa Bianca non ha evitato critiche anche nei confronti di Volodymir Zelensky: “Lui sollecita costantemente l'acquisto di missili, ma non si può avviare un conflitto contro un avversario venti volte più potente, pretendendo poi che altri Paesi ti forniscano armamenti.” Anche Vladimir Putin è tra i soggetti ritenuti responsabili dal leader americano, riconoscendo che nessuno è esente da colpe e nessuno “è un angelo.” Evidenziando come non si siano verificati conflitti di tale genere durante il suo primo mandato alla presidenza, tra il 2016 e 2020, Trump ha affermato di aver personalmente convinto Putin stesso a non intraprendere operazioni militari in quel frangente.Se le elezioni del 2020 non fosse state truccate, e lo sono state, la guerra non sarebbe mai iniziata” ha detto ancora il repubblicano, esprimendo profonda preoccupazione per le tragiche conseguenze di quanto sta accadendo, facendo riferimento a milioni di vittime e alla distruzione del patrimonio culturale e religioso ucraino, in particolare delle chiese. Ha inoltre dichiarato di essere attivamente impegnato nel tentativo di porre fine alle ostilità, manifestando la propria fiducia nella validità delle sue iniziative. “La colpa è di tutti ma io non ho nulla a che fare con questa guerra, la sto fermando" ha concluso.

Alessia Mitar