Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in una videoconferenza ai giornalisti dal Palazzo di Vetro di New York, ha affermato che "se lasciamo che il virus si diffonda come un incendio, specialmente nelle regioni più vulnerabili del mondo, ucciderà milioni di persone". Secondo le sue parole "siamo di fronte a una crisi sanitaria globale diversa da qualsiasi altra nella storia di 75 anni delle Nazioni Unite, che sta infettando l'economia globale. Una recessione globale, forse di dimensioni record, è quasi una certezza", ha aggiunto Guterres.
Nelle ultime 24 ore è salito del 30% il numero delle vittime del coronavirus in Spagna, arrivando a quota 767. La situazione è particolarmente grave nella capitale, Madrid, dove si registra un morto ogni 16 minuti, 3.000 le persone ricoverate, i contagiati potrebbero essere migliaia. Il bilancio però non include le persone morte in casa o in altre strutture sociosanitarie, perciò - secondo gli esperti - la reale entità del contagio non può essere quantificata.
La Germania intanto si prepara allo scenario peggiore. Il ministro della Difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer, ha messo a disposizione l'esercito "se la capacità di resistenza delle forze civili dovesse terminare". Le forze armate possono essere utilizzate nell'approvvigionamento di "equipaggiamento protettivo e apparecchi sanitari", ha precisato Kramp-Karrenbauer. Nel contempo sono già state aumentate le stazioni di rianimazione degli ospedali militari.
Intanto il Regno Unito ha mobilitato 20mila militari per contribuire alla limitazione dei contagi. In questo modo, secondo il Ministero della Difesa, si raddoppia il numero dei soldati già in stato di allerta. In Gran Bretagna sono stati confermati finora oltre 2.600 casi di coronavirus, 104 le persone decedute. Ieri le scuole sono state chiuse, Boris Johnson ha anche chiesto ai suoi ministri di valutare altre misure restrittive.
Sempre più grave anche la situazione in Francia con più di 9.000 contagi, 246 morti, oltre 3.600 ricoverati. Secondo l'agenzia che aggiorna quotidianamente il bilancio di contagi e vittime, solo tra due o quattro settimane sarà possibile "osservare un rallentamento importante dell'epidemia". Sarà quindi "necessario prolungare il periodo di confinamento. La dinamica si svolge durante un periodo di 2-3 mesi con l'inversione del picco che si verifica tra il primo e il secondo mese dopo l'introduzione di misure molto restrittive", spiega ancora l'agenzia.
E. P.