Per Amnesty International le forze ucraine, nel tentativo di respingere l'invasione russa iniziata a febbraio, hanno messo in pericolo la popolazione civile collocando basi e usando armamenti all'interno di centri abitati, anche in scuole e ospedali. Queste tattiche, secondo il rapporto frutto di una ricerca durata diverse settimane, tra aprile e luglio, nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv, violano il diritto internazionale umanitario perché trasformano obiettivi civili in obiettivi militari. Gli attacchi russi che sono seguiti hanno ucciso civili e distrutto infrastrutture civili, ancora le considerazioni di Amnesty, che -si legge nel rapporto- ha visitato luoghi colpiti dagli attacchi, ha intervistato sopravvissuti, testimoni e familiari di vittime, ha analizzato le armi usate e ha svolto ulteriori ricerche da remoto.
Dura la replica di Kiev. Il presidente ucraino Zelensky ha accusato l'organizzazione non governativa di giustificare gli attacchi della Russia. Non esiste secondo Zelensky alcuna condizione per la quale si possa giustificare un attacco russo all'Ucraina e ha affermato che "non si può tollerare" che un'organizzazione realizzi un rapporto "equiparando la vittima all'aggressore. Sono stati distrutti o danneggiati quasi 200 edifici religiosi. Quasi 900 istituzioni mediche. Oltre 2.200 scuole. L'esercito russo non si è fermato neanche davanti ai monumenti alle vittime dell'Olocausto e non ci sono rapporti su questo, senza motivo. E' immorale". Zelensky ha detto che "chi condona le responsabilità russe e crea artificialmente un contesto informativo in cui si giustificano gli attacchi terroristici" non si rende conto che sta aiutando Mosca. Questi sono rapporti che manipolano la realtà, affermato ancora Zelensky. (ld)