La realtà a volte supera le più perverse fantasie. Se il grande scrittore finlandese Arto Paasillina ha raccontato in uno dei suoi più famosi romanzi la storia di un gruppo di aspiranti suicidi che decidono di mettere in piedi una società di mutuo soccorso per portare a termine i loro intenti, la cronaca canadese in questi giorni ha portato alla luce una vicenda a dir poco inquietante: qualcuno che invece ha capito che il suicidio può diventare un business.
Kenneth Law, 57 anni, sedicente chef, aveva messo in piedi un commericio on-line che faceva leva sulla disperazione di coloro che pensano al suicidio, e che cercano modi sicuri e indolori per attuarlo. La vicenda è emersa dopo che il Times ha pubblicato un reportage su una serie di suicidi portati a termine utilizzando il kit preparato da Law.
L’Interpol ha, quindi, seguito la rotta dei pacchi che contenevano una finta maschera facciale a base di nitrito di sodio che, se applicata, risulta letale. Un prodotto apparentemente innocuo, usato nell’industria alimentare come colorante: tuttavia alcuni grammi, diluiti nell’acqua, insapore e incolore, possono uccidere.
Da quello che sta emergendo spedizioni sono avvenute in almeno 40 paesi tra i quali anche in Italia, dove un'insegnante di 63 anni della provincia di Trento è stata trovata morta nel suo appartamento, nel quale qualche giorno prima era stato consegnato il kit mortale. Le indagini, ha riferito la polizia, sono cominciate dopo la morte improvvisa di una persona a Toronto che aveva ingerito una sostanza letale e stanno continuando il tutto il mondo per accertare dove sono finiti i pacchi, sperando che nessuno abbia ancora utilizzato il loro contenuto mortale.
Barbara Costamagna