Gli ultimi episodi di violenza in Cisgiordania segnano un'escalation delle tensioni in un contesto già estremamente delicato. Tra gli attacchi più gravi si segnala l'incendio di una casa a Huwara, proprietà di una famiglia di sette persone. Fondamentale è stato l'intervento dei vicini, intervenuti per salvare i residenti dalle fiamme. Nonostante ciò, il padre è stato brutalmente aggredito con pietre e bastoni; l'uomo è stato ricoverato in ospedale con gravi fratture craniche. I coloni hanno inoltre dato alle fiamme una casa in costruzione, un negozio di alimentari e un veicolo. L'amministrazione civile, che gestisce gli affari civili in Cisgiordania, ha confermato che la costruzione illegale dell'avamposto è sorta su terreni privati palestinesi nei pressi di Nablus. Proseguono nel frattempo i raid israeliani nella Striscia di Gaza. L'agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce di vittime e molti feriti negli attacchi aerei a Deir al-Balah e nel campo di al-Bureij, dove è stata colpita una scuola che ospitava sfollati. Fonti mediche locali segnalano un bilancio in crescita, mentre gli sfollati si trovano in condizioni sempre più critiche a causa della mancanza di ripari sicuri. Gli eventi in Cisgiordania e Gaza sottolineano l'urgenza di una risposta internazionale che garantisca la protezione dei civili e prevenga ulteriori escalation. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha quindi adottato una risoluzione in cui viene convocata una conferenza di alto livello volta a promuovere la soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese, fissata per il 2 giugno 2025 a New York. Intanto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, è tornato a denunciare la grave situazione umanitaria a Gaza dove "a fronte delle enormi necessità della popolazione gli aiuti vengono scandalosamente bloccati".
M.N.