Haftar a capo dell'Esercito nazionale libico ha affermato, secondo Al Arabiya, che il documento proposto ignora molte richieste. Che l'evolversi delle trattative si fosse complicata si era capito da subito, con il rifiuto di un incontro tra i due leader e le continue minacce di far saltare il tavolo. La decisione del maresciallo Haftar sarebbe stata presa per poter studiare e approfondire meglio i termini dell'accordo e poi proporre delle modifiche.
Il nodo, a quanto pare, sta tutto intorno alle posizioni ormai acquisite militarmente dal generale nel corso dell'offensiva verso Tripoli iniziata lo scorso 4 aprile. Inoltre, l'alto militare di Bengasi, avrebbe denunciato il fatto che la sua richiesta di ritiro delle truppe turche dalla Libia non sarebbe stata esaudita. Haftar avrebbe anche chiesto la revoca dell'accordo fra la Turchia e il governo di accordo nazionale. Nella bozza di accordo, oltre alla creazione di gruppi di lavoro che si dovrebbero occupare del "processo politico" per la Libia, si parla di una "linea del fronte" che stabilizzi la situazione sul campo. Nel lasciare Mosca, però, il maresciallo non ha comunicato se e quando riprenderà i colloqui per la firma di una tregua. Pare che Haftar prima di decidere sarebbe intenzionato a discutere con i Paesi che lo supportano. E proprio per questo motivo il maresciallo, dopo aver lasciato Mosca, si sarebbe recato in un paese del Medio Oriente dove dovrebbe avere una serie di incontri.
Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha reso noto: "La Russia "proseguirà nei suoi sforzi per arrivare a un cessate il fuoco in Libia".
Nel piano di tregua sul tavolo a Mosca, Italia e Turchia hanno auspicato la possibilità di una presenza dell'Onu, con osservatori, a presidio dei luoghi strategici e delicati della Libia. Ne hanno discusso ieri nel bilaterale ad Ancara il premier Conte ed il presidente turco Erdogan, quest'ultimo ha sottolineato "Questo weekend c'è un vertice a Berlino, il presidente Conte, Putin e io stesso abbiamo la volontà di partecipare a questo vertice, siamo decisi". Ma la prospettiva di una "tregua permanente" in Libia, al momento resta lontana. Sebbene regni l'incertezza dalla Germania si dicono certi che il prossimo 19 gennaio la Conferenza di Berlino per la pace in Libia si farà.
Corrado Cimador