
Sono trascorsi 38 giorni dal 14 febbraio, quando a causa di una polmonite e varie altre complicazioni all'apparato respiratorio il Pontefice è stato ricoverato. Un mese abbondante condizionato da criticità che ne hanno messo in serio pericolo la salute. Come hanno spiegato ieri sera in conferenza stampa i medici che lo hanno avuto in cura in queste settimane, durante il ricovero Papa Francesco è stato per due volte in pericolo di vita. Le sue condizioni sono molto migliorate e sono ormai stabili da due settimane. Sebbene abbia ancora alcune infezioni minori alle vie respiratorie, è guarito dalla polmonite bilaterale. Il Santo Padre continua ad aver bisogno dell'ossigeno, ma i medici hanno detto che hanno interrotto le procedure più invasive: ha trascorso questi ultimi giorni tra le terapie, «l'attività lavorativa, e la preghiera».
Se il fisico manda segnali di difficoltà, come è naturale che sia per un uomo di 88 anni, lo spirito sembra essere quello indomito di sempre. Secondo quanto ha riferito la Sala stampa vaticana, Bergoglio ha chiesto con insistenza di affacciarsi al termine dell'Angelus di oggi, distribuito in forma scritta come nelle scorse settimane. Visibilmente provato, ha sorriso e ringraziato una signora con dei fiori gialli, prima di impartire una rapida benedizione ed essere riaccompagnato all'interno.
E anche se per qualche tempo non potrà ricevere le persone o almeno dovrà ridurre le udienze, dal suo entourage hanno fatto sapere che potrà sempre ricevere carte e documenti da tutto il mondo e continuare a governare la Chiesa. Certo è difficile pensare ad altri viaggi in giro per il mondo, anche se per secoli i Papi non si sono mossi, al punto che nel 1962 il viaggio ad Assisi e Loreto di Giovanni XXIII fu un evento, mentre i viaggi internazionali sono cominciati l'anno dopo con Paolo VI.
Del resto, come ripetono in molti, quello che è accaduto è già straordinario. E il ritorno di Papa Francesco in Vaticano è una grande gioia e, per i fedeli, un dono di Dio.
Valerio Fabbri
