Il Presidente turco ha espresso la sua piena fiducia nelle capacità diplomatiche di Donald Trump sottolineando la necessità di un approccio radicalmente nuovo nella gestione dei conflitti in corso. In particolare, ha evidenziato l'urgenza di intensificare il dialogo per porre fine agli scontri in Ucraina, dove la situazione richiede una mediazione immediata. Riguardo al Medio Oriente ha sottolineato l'importanza di un'azione mirata a indurre Israele a cessare le ostilità. Nella Striscia di Gaza, ha chiesto al repubblicano un impegno più deciso nel ridurre le forniture di armi allo Stato ebraico, al fine di contenere l'escalation del conflitto e prevenirne la diffusione. Erdogan ha ribadito che la soluzione a ogni crisi risiede nella capacità delle parti coinvolte di adottare una prospettiva costruttiva e di ricercare soluzioni pacifiche attraverso il dialogo, la diplomazia e la negoziazione. Ha avvertito che l'intensificazione degli scontri militari non farà altro che aggravare la situazione e prolungare il conflitto, rimarcando come la continuazione della politica dell'era Biden rischierebbe di consolidare lo stallo e di estendere il conflitto a nuove aree. Nel contesto poi delle complesse dinamiche geopolitiche della regione, Erdogan ha manifestato l'intenzione di voler intavolare un colloquio con il futuro Presidente in merito alle truppe statunitensi dislocate nel nord-est della Siria. Queste forze fornirebbero supporto a una milizia curda di matrice siriana, la quale, secondo le autorità di Ankara, intrattiene stretti legami con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, entrambe entità classificate come organizzazioni terroristiche. "Credo che valuteremo e risolveremo la questione attraverso contatti personali" ha proseguito Erdogan affermando di non aver avuto problemi a comunicare con Trump con il quale aveva già instaurato un proficuo rapporto di collaborazione durante il suo primo mandato nel 2017.
Alessia Mitar