Foto: Reuters
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Un responsabile del gruppo paramilitare, citato da Reuters ha dichiarato che si tratta della più grave violazione della sicurezza mai subita dal partito sciita libanese. Il Ministero della Sanità ha chiesto a tutti gli ospedali di restare in massima allerta e continuare ad operare nonostante le difficolta. Tutti i cittadini sono stati invitati a donare il sangue per mitigare l’emergenza. I feriti sono migliaia, secondo i media libanesi che citano fonti sanitarie nelle varie regioni del paese colpite: la periferia sud di Beirut, roccaforte del partito, la valle della Beqa, retrovia del movimento armato; e il sud del Libano, impegnato da un anno nella guerra con Israele. Secondo le ultime informazioni a rimanere ferito negli attacchi anche l’ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani. Secondo fonti della sicurezza le esplosioni sarebbero state causate da un attacco contemporaneo ai “pager”, apparecchi tecnologici utilizzati come cercapersone senza fili, attraverso le reti di comunicazione interne di Hezbollah. I dispositivi, viene ancora riferito, erano l'ultimo modello usato dai paramilitari da pochi mesi. In un breve filmato, ormai virale e diffuso dal Libano sui social network, si vede un uomo alla cassa di un supermercato, distratto dal suono del cercapersone attaccato alla cintura dei pantaloni e subito dopo investito dall'esplosione insieme ad altri presenti. Poco dopo il tragico evento, sono state mosse le prime accuse nei confronti dello Stato ebraico, responsabile “di essere riuscito ad accedere e violare i sistemi di comunicazione interni all’organizzazione sciita”. Hezbollah ha annunciato l’avvio di un’indagine “approfondita” sul caso promettendo una “giusta punizione.”