La giornata è un’importante occasione per riconoscere il ruolo essenziale che le comunità hanno svolto e continuano a svolgere nella risposta all’AIDS a livello internazionale, nazionale e locale. "Mantenere l’impegno di mettere fine all'epidemia dell'AIDS entro il 2030 richiederà un continuo sforzo di collaborazione, ha detto nel suo messaggio il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres. Nazioni Unite, governi, società civile e altri attori lavorano insieme per accrescere le opportunità di accesso a servizi sanitari e prevenire nuove infezioni HIV. Ovunque nel mondo le comunità sono al cuore di questa risposta e le comunità fanno soprattutto la differenza alla luce del tema scelto per la Giornata di quest' anno. Tuttavia ha ricordato Guterres restano esigenze ancora irrisolte. Ben 38 milioni di persone vivono con l'HIV, mentre le risorse destinate all'epidemia sono diminuite di un miliardo di dollari lo scorso anno. Laddove c'è l'impegno delle comunità, il cambiamento avviene, gli investimenti danno risultati, e vediamo uguaglianza, rispetto e dignità, le parole di Guterres.
Lo scorso anno le persone sieropositive erano circa 39 milioni, di cui quasi 30 milioni sottoposti a cura antiretrovirale. 1,3 milioni sono state invece le nuove diagnosi. Circa 6 milioni di persone non sapevano di essere infette. 600 mila lo scorso anno i morti per Aids. La Slovenia si colloca tra i paesi con un più basso rischio epidemia. I numeri sono stabili dicono dall'Istituto nazionale di salute pubblica. Nei primi 11 mesi dell'anno sono state registrate 36 nuove infezioni da HIV, uno in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 34 uomini e 2 donne. 2 i morti per Aids nel corso del 2023. La causa principale di infezione risultano essere i rapporti sessuali non protetti. (ld)