Donald Trump (Foto: Reuters)
Donald Trump (Foto: Reuters)

Dopo le minacce è giunto il momento dei fatti, e la reazione di mercati non si è fatta attendere: nonostante il Wall Street Journal abbia definito quella avviata da Donald Trump “la guerra commerciale più stupida della storia”, la politica protezionistica è stata messa in atto dalla nuova amministrazione americana, e ha già creato i primi contraccolpi.
Trump venerdì sera, a mercati chiusi, ha infatti approvato le prime misure protezionistiche minacciate in campagna elettorale, con dazi pari al 25 per cento contro i paesi vicini degli Stati Uniti, Canada e Messico, e del 10 per cento sui prodotti cinesi. Ad essere sottoposti ai dazi saranno prima i settori dell’acciaio e dei farmaceutici poi, dal 18 febbraio, microchip, petrolio e gas.
Trump ha anche minacciato i paesi emergenti di mettere in atto tariffe pari al 100 per cento, se creassero una loro valuta o ne sostenessero una alternativa al dollaro, e dalla furia doganale del Presidente americano non è esente nemmeno l’Unione europea, rea di aver chiesto alle grandi società informatiche di pagare le tasse, e prossimo obiettivo della Casa Bianca.

Foto: Reuters
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Le borse, che fino a oggi non avevano sostanzialmente reagito alle minacce di Trump, hanno avuto un immediato contraccolpo, prima i mercati asiatici, poi quelli europei hanno aperto con forti ribassi, e anche i futures sugli indici americani sono negativi, a riprova che dalla politica dei dazi alla fine nessuno sembra trarre vantaggio, se non l’ego di Trump e il consenso della nuova amministrazione statunitense.
Le borse in Asia hanno registrato passivi fino al 3 per cento, e anche i mercati europei girano in negativo fra il meno 1,5 e meno due per cento. La situazione ha però rafforzato il dollaro a scapito dell’euro, che ha raggiunto il valore minimo da più di due anni sul biglietto verde, mentre ha affossato le criptovalute, che si erano apprezzate dall’arrivo di Trump alla Casa Bianca. L’avvio della guerra commerciale ha provocato una fuga dal rischio affossando le principali monete elettroniche, che hanno perso quasi 600 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, con il Bitcoin che cede il 3 per cento a 94 mila dollari.
Non sono mancate le reazioni alla furia doganale di Trump. Canada e Messico hanno replicato duramente annunciando delle ritorsioni, mentre in Europa è stato convocato un Consiglio europeo straordinario per discutere dell’argomento. "Le misure tariffarie trasversali – ha detto il portavoce della Commissione europea - aumentano i costi aziendali, danneggiano lavoratori e consumatori, mentre i mercati aperti e il rispetto delle regole del commercio internazionale sono essenziali per una crescita economica forte e sostenibile”.

Alessandro Martegani