Il settore aereo è senza dubbio quello più colpito dalla pandemia: accanto al sostanziale blocco del turismo lunga distanza, e al passaggio allo smart working e alle teleconferenze che hanno ridotto drasticamente gli spostamenti, la prospettiva di rimanere ore con la mascherina in un luogo angusto, e i prezzi cresciuti a dismisura, hanno allontanato buona parte dei passeggeri, costringendo i governi a intervenire per sostenere le compagnie di bandiera e low cost.
Secondo la International Air Transport Association, che raggruppa 290 compagnie nel mondo, in totale il settore aereo perderebbe 300 mila dollari al minuto, e nel secondo semestre di quest’anno le perdite raggiungeranno i 77 miliardi di dollari.
Un’emorragia che potrebbe far chiudere la maggior parte delle compagnie senza un aiuto da parte dei governi, che puntano a tutelare posti di lavoro ma anche un servizio essenziale per la ripresa.
Sempre secondo la Iata, ormai gli aiuti alle compagnie negli Stati Uniti e in Unione europea hanno già raggiunto i 120 miliardi di dollari fra sussidi governativi, rinvii dei pagamenti delle imposte, prestiti bancari garantiti e altri strumenti.
Sembrano molto lontani i tempi in cui, in Unione europea, gli aiuti di Stato da parte dei governi alle compagnie venivano immediatamente condannati e sanzionati, anche perché, quando e se ci sarà la ripresa, si dovrà nuovamente intervenire per non far rimanere le compagnie schiacciate dal peso dei debiti, ed “evitare – ha detto Alexandre de Juniac, direttore generale della Iata - una catena di fallimenti e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro”.
In Europa hanno ottenuto finanziamenti praticamente tutte le principali compagnie nazionali: Lufthansa 9 miliardi, Air France 7, Klm 4, le spagnole Iberia e Vueling 1 miliardo, e aiuti sono arrivati anche alle compagnie low cost.
Uno scenario che, paradossalmente, potrebbe quasi agevolare il passaggio delle attività di Alitalia alla nuova società appena creata dal governo. Negli anni passati Roma era stata più volte accusata di aver concesso aiuti di Stato violando la concorrenza, ma ora lo scenario è profondamente cambiato e potrebbe influire sulla decisione della Commissione Europea nell’indagine dell’antitrust sugli aiuti di Stato all’Alitalia che dovrebbe chiudersi a breve.
La nuova Alitalia intanto sta per nascere: il governo italiano ha appena trovato l’accordo sui nomi del consiglio di amministrazione e si attende la firma del decreto di costituzione della NewCo a maggioranza pubblica e una dotazione di 3 miliardi di euro, anche se non è proprio il periodo migliore per iniziare l’ennesima rinascita di Alitalia.
Alessandro Martegani
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