Foto: Reuters
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Nell'ambito di una vasta operazione condotta durante la notte, le forze armate israeliane hanno sferrato una serie di attacchi mirati contro numerose strutture situate a Beirut, nel Libano meridionale. Questi obiettivi, strettamente collegati all'organizzazione terroristica Hezbollah, sono stati individuati come punti nevralgici per il finanziamento delle attività illecite del gruppo. In particolare, sono state colpite le sedi della "Qard al Hasan", un'entità che funge da copertura per le operazioni finanziarie del gruppo. L'attenzione principale degli attacchi si è concentrata appunto sulle filiali di questa banca operante nel mercato grigio, priva delle necessarie autorizzazioni. L’istituto sarebbe in possesso di centinaia di milioni di dollari, fondi destinati all'acquisto di armamenti, al pagamento dei compensi degli agenti dell'ala militare del gruppo e al finanziamento delle loro attività operative. Da notare che l'istituto bancario è profondamente radicato nel tessuto economico libanese, con una presenza capillare sul territorio nazionale che conta oltre 30 filiali. Nella capitale, ben 15 di queste sedi sono situate nei quartieri più densamente popolati. Le undici esplosioni hanno provocato la fuga di centinaia di abitanti il panico nelle strade, mentre la folla cercava di raggiungere le zone più sicure. Nel frattempo, lo Stato ebraico ha dichiarato di aver di aver consegnato agli Stati Uniti una proposta per porre fine al conflitto in Libano. Secondo la stampa, Tel Aviv ha chiesto agli USA che le sue forze armate siano autorizzate ad agire in modo aggressivo per impedire a Hezbollah di riarmarsi e di rafforzare le sue posizioni militari vicino al confine. Inoltre, Israele pretende di poter operare nello spazio aereo libanese. Queste richieste, giudicate estremamente improbabili daWashington, mettono in luce le profonde divergenze tra le due potenze e le difficoltà nel trovare una soluzione pacifica al conflitto.