Siete a una conferenza e, udita la parte che v'interessa, la mente inizia a vagare verso altri lidi. Improvvisamente, e senza quasi accorgervene, prendete in mano la penna e sul foglio davanti a voi iniziate a disegnare: linee, segni geometrici sui bordi del foglio, ornamenti alle parole, faccine, casette, spirali. Si tratta di segni solo apparentemente casuali, senza senso e senza unità ma che esprimono le vostre emozioni. Gli psicologi statunitensi, che da molto tempo li studiano, li chiamano doodle. Ritengono, infatti, che tra le loro forme e i tratteggi che li compongono, si nascondono molti segreti della nostra personalità. Già uno dei padri della psicanalisi come Jung aveva capito la loro utilità. Alla base degli scarabocchi c'è una spinta irrazionale, cioè la rappresentazione per immagini di ciò che avviene nell'inconscio di ognuno di noi. Spesso rivela una semplice preoccupazione momentanea, uno stato d'animo passeggero. Con gli schizzi involontari, quindi, sfogliamo le nostre emozioni: spesso regole sociali impediscono di manifestare apertamente ciò che sentiamo o che vorremmo fare, come rispondere a tono alla persona con cui stiamo parlando al telefono o ascoltando alla riunione. Così ricorriamo al disegno per esprimere qualcosa d'inconfessabile. Forse è proprio questo il motivo che quando siamo sorpresi a pasticciare sul foglio proviamo imbarazzo. È stato indentificato un alfabeto dello scarabocchio, ossia delle costanti: le frecce indicano il tentativo di scagliare l'aggressività fuori da se mentre il cerchio indica capacità di adattamento e di accoglienza. Spazi riempiti di nero equivalgono ad ansia e ossessioni. Le cornici, ovverosia i disegni che incorniciano, frasi e appunti, presenti sul foglio, sono tipici di persone sensibili e perfezioniste che non amano gli errori e che vogliono avere sempre tutto sotto controllo. In definitiva, coloro che disegnano quadrati, rettangoli e triangoli pongono tutto sotto l'egida della razionalità e della concretezza. I reticolati segnalano uno stato di costrizione. L'io è come imbrigliato di fronte a situazioni che non sembrano avere vie d'uscita. I fiori sono espressione di una natura sentimentale e legata all'anima e denotano sensibilità, stesso dicasi per chi disegna faccine sorridenti. Disegnare poi delle stelle, pratica molto frequente, indica una natura utopistica e idealista, chi invece, disegna una casa esprime un carattere schivo che ama le cose semplici.
Corrado Cimador