Giace sul fondo dell’Oceano Atlantico a 3800 metri di profondità da più di un secolo e, nonostante la sua massa, ora rischia di scomparire.
Le ultime immagini girate sul relitto del Titanic, il transatlantico affondato nel viaggio inaugurale al largo di Terranova il 15 aprile del 1912 a causa di un impatto con un iceberg, si sta lentamente, ma inesorabilmente sgretolando.
A testimoniarlo sono le immagini girate dai ricercatori sottomarini della società OceanGate che nel giro di un mese sono scesi due volte a quasi 4 mila metri di profondità per studiare lo stato di conservazione dello scafo, al centro di film e libri che ne hanno alimentato il mito.
Sarebbe un batterio, lo Halomonas titanicae, il responsabile della corrosione del metallo, che potrebbe provocare il disfacimento dello scafo entro il 2030.
Da un mese all’altro si notano già delle nuove parti della nave mancanti, e la OceanGate ha annunciato di voler continuare a filmare il Titanic anche nei prossimi anni, per seguire passo dopo passo il decadimento della nave, ritrovata nel 1985.
La OceanGate ha finanziato le missioni anche grazie alle quote versate da ricchi turisti che hanno partecipato alle missioni per ammirare il relitto, ma si tratta di escursioni estremamente costose: si parla la 150 mila dollari per partecipare a una missione 10 giorni, e sole tre ore a contatto con il relitto all’interno di un sottomarino in fibra di carbonio dopo una discesa di 90 minuti a quasi 4 mila metri di profondità.
Alessandro Martegani