Per far fronte alla carenza di prodotti freschi, due grandi catene low cost britanniche hanno introdotto limiti di acquisto fino a un massimo di tre confezioni a testa, per pomodori, peperoni, lattuga, altre insalate, broccoli, cetrioli, cavolfiori e lamponi, a patto però di trovarli.
La questione fa pensare ai precedenti, avvenuti qualche anno fa, legati, almeno in parte, alla Brexit e alle conseguenti barriere burocratiche doganali sui commerci con paesi dell'Unione europea. Secondo quanto riporta la BBC, e secondo quanto spiegano gli esperti dell'organizzazione di categoria, ovvero del Consorzio dei commercianti britannici, la Brexit questa volta non c'entra granché: l'allarme scaffali vuoti tocca infatti anche l'Irlanda e sembra connesso alla penuria di disponibilità di prodotti nei paesi d'origine. La causa: fenomeni climatici irregolari e maltempo che recentemente hanno colpito l'Africa settentrionale e la Spagna meridionale, da dove ormai da decenni viene importato oltre il 90% degli alimenti di questo genere in Gran Bretagna, soprattutto nei mesi tra dicembre e marzo.
La questione, negli ultimi giorni, viene segnalata in diverse località del Paese e coinvolge anche alcuni dei supermarket di catene di prima categoria.
Sui social intanto i cittadini danno, almeno in parte, la colpa alla Brexit. Si segnala infatti un atteggiamento di delusione per quanto riguarda i risultati dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, soprattutto per le troppe promesse mancate. Lo si evince anche dai vari sondaggi, effettuati in questi mesi. Una delusione che nel Paese ha già portato ad un nuovo neologismo, Bregret, un mix tra le parole Brexit e regret, in inglese pentimento o rammarico.
E. P.