A partire da oggi la Corte Suprema israeliana sarà impegnata a fornire una risposta agli otto ricorsi avanzati da una serie di associazioni della società civile che in questi mesi si stanno opponendo alla riforma della giustizia, che è stata approvata lo scorso luglio. Fino a quel momento la Corte Suprema aveva, infatti, la possibilità di intervenire sui provvedimenti approvati dal governo e abolirli se li riteneva in qualche modo “irragionevoli”. Oggi questa possibilità non esiste più, lasciando campo libero all'esecutivo la cui influenza rischia di non essere più bilanciata dagli organi legislativi superiori, che sino ad ora si ergevano come garanzia di un equilibrio tra i diversi poteri che governano il paese.
Una decisione difficile, anche perchè questo organo è chiamato ad esprimersi su se stesso, in un paese spaccato tra laici e progressisti che considerano la Corte l’unico vero bilanciamento a eventuali derive autoritarie del governo, e la destra religiosa e nazionalista che ritiene invece le sentenze della Corte spesso di natura politica, e volte principalmente ad ostacolare l’attività del loro governo. A rendere ancora più eccezionale l’esame della riforma della giustizia si aggiunge il fatto che con essa sono stati anche modificati alcuni passaggi delle Leggi Fondamentali, che in Israele sono considerate alla stregua di una Costituzione.
Finora la Corte Suprema non ha mai abolito una modifica alle Leggi Fondamentali approvata dal governo: una decisione del genere quindi rischia di mettere in moto uno scontro istituzionale mai accaduto prima nella storia israeliana. Per ridurre le tensioni la Corte ha deciso, quindi, di lavorare alla luce del sole con tanto di diretta televisiva e streaming, a partire dall'udienza odierna che vedrà protagonisti i vertici dello stato.
Un procedimento che non si risolverà in tempi brevi, vista la delicatezza del tema trattato e la ricaduta che avrà sul destino del paese, che negli ultimi tempi si è dimostrato sempre più diviso e polarizzato anche su altri temi fondamentali.
Barbara Costamagna