Come evidenzia lo studio del Boston Consulting Group l'intelligenza artificiale è in grado di accelerare la trasformazione sostenibile delle imprese migliorando l'impatto ambientale e riducendo significativamente i costi. L'impatto potenziale dell'utilizzo dell'IA nelle politiche di sostenibilità aziendale varia tra i 1,3 e i 2,6 mila miliardi di dollari attraverso ricavi aggiuntivi e risparmi sui costi. Sempre dallo studio, emerge che l'effetto positivo sugli investimenti si registra spesso nell'arco di un solo anno dall'applicazione delle tecnologie di AI, rendendo queste soluzioni chiave non solo per il funzionamento sostenibile delle organizzazioni ma anche nella ripresa dalla crisi post Covid-19.
L'intelligenza artificiale, dunque, è al servizio di quello che, a partire dall'Accordo di Parigi sul clima e dagli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, definiti dall'ONU, è divenuto il "tema fulcro" a livello globale. In particolare, con l'Accordo di Parigi - sottoscritto nel 2015 da tutti i Paesi Ue, impegnati, da quel momento, a ridurre le proprie emissioni di CO2 entro il 2050 - è andata crescendo la pressione sulle imprese affinché queste rispondano coi fatti alla minaccia rappresentata dal riscaldamento globale, con le Autorità di regolamentazione sempre più attente nell'esaminare l'impatto sul clima da parte delle aziende di ogni settore.
La forza dell'intelligenza artificiale è data dalla sua capacità di apprendere dall'esperienza, raccogliendo enormi quantità di dati dall'ambiente, intuendo connessioni tra questi e suggerendo azioni appropriate sulla base di analisi puntualissime. I settori che, secondo l’analisi del Boston Consulting Group, possono maggiormente trarre vantaggio dall’adozione delle tecnologie AI per la riduzione delle proprie emissioni di gas serra includono, in particolar modo, i siti produttivi, i trasporti, le aziende farmaceutiche, il comparto del confezionamento, i fornitori di energia e i servizi di pubblica utilità.
Corrado Cimador