La cerimonia funebre è stata interrotta dopo la ressa che ha provocato le vittime, ed è ripresa alcune ore dopo. L'ondata di folla accorsa nel centro della città natale del generale Soleimani, per l'ultimo saluto, ha generato un affollamento tale che avrebbe innescato la tragedia.
Le forze armate statunitensi e le batterie missilistiche per la difesa aerea in Medio Oriente sono state poste in stato di massima allerta contro eventuali attacchi con droni e missili balistici. Il Pentagono, inoltre, sta organizzando il dispiegamento di sei bombardieri B52 nella base britannica Diego Garcia nell'Oceano Indiano che verrebbero utilizzati nel caso in cui venisse ordinata un'operazione militare contro l'Iran. Sul lato diplomatico da segnalare che Washington ha negato il visto al Ministro degli esteri iraniano Mohamad Zarif per partecipare alla riunione del consiglio di sicurezza dell'Onu, giovedì prossimo. La riunione del Consiglio Onu era in programma già da prima della crisi nei rapporti tra i due Paesi scoppiata dopo l'uccisione del generale Soleimani. Decisione che alimenta la rabbia degli iraniani, e durante i funerali solenni del generale fidato degli Ayatollah i cori di vendetta si sono susseguiti come un tam tam.
L'Unione Europea ha deciso di convocare per venerdì un vertice d'urgenza per tutti i Ministri degli Esteri europei proprio per discutere la crisi Iraq-Iran-USA. La Nato ha sospeso le missioni di addestramento in Iraq. La missione dell'Alleanza nel Paese conta circa 500 soldati ed è occupata, su richiesta del governo di Baghdad, soprattutto ad addestrare le forze armate locali per impedire il ritorno dell'Isis. Il ministero della Difesa sloveno rende noto i sei soldati sloveni stazionati a Erbil, nel nord dell'Iraq rimangono, mentre diversi paesi, tra cui la Germania, sotto il cui comando opera la base, hanno deciso il parziale ritiro del loro contingente che sarà trasferito in Giordania e in Kuwait. Analoga decisione è stata presa dalla Croazia che trasferirà i suoi 14 militari in Kuwait.
Intanto il Ministero della Difesa britannico avrebbe inviato complessivamente una settantina di agenti dello Special Air Service, presso l'ambasciata del Regno Unito di Baghdad. L'invio degli agenti, secondo fonti giornalistiche, sarebbe dovuta alle crescenti preoccupazioni circa possibili rappresaglie da parte di Teheran per l'omicidio del generale iraniano Soleimani. I corpi speciali avrebbero l'incarico di elaborare eventuali piani di evacuazione per mettere al sicuro, in caso di necessita', il personale britannico, sia militare che civile, che opera in Iraq.
Corrado Cimador