Foto: Reuters
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Una volta evacuata la popolazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, l'operazione militare di Israele dovrebbe iniziare entro pochi giorni. Secondo l'esercito di Tel Aviv, si tratterà di un'azione limitata e temporanea.
Intanto le forze armate israeliane hanno già iniziato ad attaccare obiettivi nell'est Rafah, dopo aver invitato gli abitanti all'evacuazione. La notizia giunge solo poche ore dopo che il gruppo di estremisti palestinesi, Hamas, ha accolto la proposta dei mediatori (Egitto e Qatar) per una tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Una proposta, però, respinta da Israele, non rispetta infatti le richieste di Tel Aviv. Ciononostante, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha fatto sapere che invierà una delegazione al Cairo per prendere parte ai negoziati.
La proposta, con l'obiettivo di raggiungere una pace duratura, prevede tre fasi della durata di 42 giorni ciascuna. Nella prima fase è previsto il ritorno a casa degli sfollati di Gaza, al contempo Hamas rilascerebbe un ostaggio israeliano ogni 50 prigionieri palestinesi liberati. In una seconda fase, il movimento rilascerebbe tutti gli ostaggi maschi in cambio di un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. La terza fase prevede invece il completo ritiro dei militari israeliani dall'enclave assediata e l'inizio dell'attuazione del piano di ricostruzione di Gaza.
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha intanto chiesto a Israele e Hamas ulteriori sforzi per trovare un accordo di pace che porti alla "fine delle sofferenze" causate dalla disastrosa guerra a Gaza. Guterres si è detto profondamente preoccupato per l'imminente operazione militare delle forze armate di Israele: "Un'invasione di terra a Rafah sarebbe intollerabile, per le sue conseguenze umanitarie devastanti e per il suo impatto destabilizzante nella regione".