Foto: Reuters
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A Tel Aviv sembra che la vita sia tornata alla normalità, le persone sono in strada, nei bar e in spiaggia. Non si sa quanto durerà questo momento di calma, in quanto Israele ha deciso di reagire. Lo ha scritto il sito della Cnn, citando un alto funzionario dell'amministrazione israeliana, il quale ha dichiarato che lo Stato ebraico deve determinare se scatenare una reazione molto violenta o fare qualcosa di più misurato. "L'incidente non è finito" ha affermato il Gabinetto di guerra, "l'alleanza strategica e il sistema di cooperazione che abbiamo costruito devono essere rafforzati". È intervenuto anche il ministro della Difesa israeliano, Gallant, che durante un incontro con l'ambasciatore americano in Israele ha parlato di alleanza strategica contro l'Iran. "Abbiamo l'opportunità di stabilire un'alleanza contro questa grave minaccia che vuole piazzare esplosivi nucleari sulle testate di questi missili. Gli Stati Uniti, Israele e i loro alleati stanno fianco a fianco per difendersi da questa minaccia".
A seguito dell'attacco dell'Iran a Israele, non solo è stata convocata una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu, la presidenza italiana ha tempestivamente organizzato una riunione del G7. I leader hanno condannato all'unanimità l'azione militare senza precedenti, precisando che tutte le parti devono dar prova di moderazione.
Nel frattempo, è stato reso noto che l'Iran ha informato 72 ore prima dell'attacco i paesi vicini, dicendo che la risposta di Teheran contro Israele era "certa, legittima e irrevocabile". Lo Stato ebraico al momento rimane moderato, ma il presidente Herzog ha definito l'attacco iraniano una dichiarazione di guerra. "Conosciamo le ripercussioni e abbiamo deliberazioni con i partner, valutiamo tutte le opzioni e sono fiducioso che faremo i passi necessari per proteggere il nostro popolo. Non cerchiamo la guerra" ha dichiarato il leader di Israele, evidenziando che ciò che vogliono è la pace, ma a causa di Hamas e gli alleati iraniani è impossibile arrivarci.

B.Ž.