Sono sempre di più le vittime delle estorsioni informatiche: il dato emerge da un rapporto della società Orange Cyberdefense, società del gruppo Orange Telecom, specializzata nella fornitura di servizi di sicurezza informatica, che conta quasi 3.000 esperti in più di 12 paesi.
Le estorsioni informatiche consistono in richieste di denaro, minacciando la vittima attraverso azioni informatiche, come la crittografia dei dati, la minaccia di divulgazione di dati riservati, il blocco dell’accesso ai dati della vittima.
Secondo il rapporto, nell’ultimo anno le vittime di estorsioni informatiche sono aumentate del 46 per cento, otto punti in più rispetto al 2022, e i soggetti più colpiti non sono ingenui cittadini privati o minorenni, ma le aziende.
Le estorsioni ai danni di società di grandi dimensioni sono infatti il 40 per cento del totale, il 25 per cento colpisce piccole società e il 23 quelle medie. Solo il 12 per cento colpisce altri soggetti.
Si tratta in ogni caso, nonostante le attività di contrasto, di un’attività in espansione: nel 2023 sono scomparsi 25 gruppi di hacker specializzati in cyberestorsioni, ma ai 23 sopravvissuti se ne sono aggiunti altri 31 nuovi.
In Europa, area che ha subito l’85 per cento degli attacchi nel 2023, i gruppi hacker, spinti anche da motivazioni ideologiche o politiche oltre che dal profitto, hanno preso di mira non solo società private, ma anche istituzioni pubbliche come gli ospedali e le aziende sanitarie.
A far aumentare gli attacchi sono state anche le tensioni scatenate dalla guerra in Ucraina: tra i gruppi più attivi ci sono i russi “NoName057” e “Anonymous Sudan”, e la maggior parte dei paesi colpiti da attacchi su larga scala sono geograficamente vicini all’area di crisi, come la stessa Ucraina, ma anche la Polonia e la Svezia e si prevede che le attività degli Hacker si sposteranno anche verso i paesi coinvolti o vicini alla crisi fra Israele e Hamas.
Alessandro Martegani