La California non è più lo stato più ricco e popoloso dell'Unione. Il sogno americano sembra essersi trasferito, spinto dalla crisi che ha inceppato il motore della crescita. Molti i fattori che hanno contribuito a far deteriorare la situazione: la tassazione pesante, affitti e prezzi delle case stellari, il crollo demografico, le sempre più numerose calamità naturali, la crescita dei senzatetto e della criminalità. Dopo anni di bilanci in attivo, il piano del 2023 prevede un deficit di 22,5 miliardi di dollari.
L'inflazione galoppante e la frenata delle grandi firme del tech hanno portato, quindi, non poche difficoltà alla contabilità dello stato, che per quasi il 35% delle entrate fiscali dipende dai contribuenti che guadagnano almeno 1 milione di dollari all'anno. Basta che uno di questi si trasferisca che le casse statali iniziano a risentirne. Elon Musk, ad esempio, nell'ultimo anno ha spostato la sua residenza e il suo quartiere generale in Texas, e questo per la California ha significato una perdita significativa di entrate visto che nel 2022 ha venduto circa 23 miliardi di dollari di azioni Tesla. 500 mila sono, invece, coloro che si sono trasferiti negli ultimi due anni, tra i quali molti dirigenti dell'industria dello spettacolo e dell'high tech che con la pandemia hanno iniziato a lavorare da casa, e oggi preferiscono vivere dove le tasse e gli affitti sono più bassi.
Anche i meno ricchi se ne sono andati e in modo addirittura più massiccio, spinti a trasferirsi dal costo eccessivo delle case e dall'aumento generalizzato della criminalità e dei senza tetto. A ciò bisogna aggiungere il peggioramento delle condizioni climatiche ed ambientali con estati sempre più torride, incendi, alluvioni e terremoti.
In pratica il Golden State sembra essersi trasformato da paradiso dei milionari nell'inferno dei più poveri, come in uno dei tanti film catastrofisti e horror ambientati a Los Angeles e dintorni, simbolo dei nostri sogni ma a questo punto anche delle nostre paure.
Barbara Costamagna