La crisi mediorientale sta determinando una serie di rincari, mentre le interruzioni delle forniture stanno bloccando la produzione in numerosi impianti produttivi in Europea. Il pericolo rappresentante dal passaggio delle navi attraverso il Golfo di Aden al largo delle coste dello Yemen, determinato dagli attacchi mirati dei ribelli Houthi, ha costretto ad uno spostamento delle rotte per l’Africa determinando ingenti ritardi nelle consegne dei prodotti provenienti dall’Asia e un rincaro dei prezzi di spedizione. La naturale conseguenza è una riduzione della produzione delle aziende europee che utilizzano la componentistica asiatica. Il pericolo reale è che i problemi di natura logistica potrebbero condizionare l’operatività delle aziende europee e la crescita, seppur flebile, nel primo trimestre delle maggiori economie, inclusa quella tedesca. Le maggiori difficoltà in Slovenia vengono percepite dal porto di Capodistria; secondo fonti ufficiose il mese di gennaio ha segnato un calo del numero delle imbarcazioni che vi hanno fatto scalo, sono attese nelle prossime settimane, ma comunque non saranno in grado di colmare il gap che si è creato durante il mese. Ma non solo Capodistria tutti i maggiori scali marittimi del Vecchio continente stanno sentendo gli effetti della crisi, pure a Trieste. Secondo la società Dynaliners che si occupa di monitorare il traffico marittimo, la Ocean Alliance avrebbe cancellato l’arrivo di 15 navi, previso a marzo. Secondo l’analisi condotta da Confartigianato la crisi nel Mar Rosso potrebbe costare all’Italia fino aa 36 miliardi di euro, ovvero 100 milioni de uro al giorno. Devastante l’impatto pure per il FVG, in base ad uno studio condotto da Sanpaolo, il 40 per cento dell’import-export avviene per mare per un valore di 154 miliardi, per il Friuli Venezia Giulia, secondo l’analisi sono a rischio due miliardi in prodotti trasportati via mare dalla regione attraverso il Mar Rosso. Secondo l’amministratore delegato di Maersk, una delle maggiori compagnie di navigazione container, Vincent Clerc, “la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso è di cruciale importanza per l’economia mondiale su una rotta commerciale strategica che collega l’Asia all’Europa e agli Stati Uniti”. “Per ristabilire un passaggio sicuro potrebbero volerci mesi” ha dichiarato al Financial Times.
Dionizij Botter