Foto: MMC RTV SLO/Presidenza del Consiglio
Foto: MMC RTV SLO/Presidenza del Consiglio

Un incontro "andato bene" ha dichiarato Meloni alla stampa poco dopo il bilaterale avuto con il Capo di Stato ucraino. "Abbiamo parlato di come raggiungere una pace giusta", ha affermato ancora la Premier, sottolineando l'impegno incondizionato dell'Italia riguardo il conflitto e la necessità di evitare di cadere nelle trappole della propaganda russa. Ha inoltre ribadito che "se saltano le regole di diritto internazionale si avrà una moltiplicazione delle crisi e del caos. L'unica cosa che non si può fare è abbandonare l'Ucraina al suo destino." L'Italia, sta inoltre pianificando una conferenza sulla ricostruzione post-bellica per l'anno prossimo dove parteciperebbero anche importanti imprenditori italiani. Zelensky, nel corso della sua visita sulle rive del lago di Como, ha preso parte poi a una discussione sul conflitto con i direttori dei maggiori quotidiani italiani, la Stampa e Repubblica dove ha parlato di un piano pace al quale sta lavorando e che vorrebbe presentare a Joe Biden, Kamala Harris e Donald Trump a novembre. "Un pacchetto di difesa. Non si tratta solo di armi ma anche di importanti questioni globali. Se lo avremo sarà un forte deterrente per la Russia e per poter terminare la guerra alle condizioni diplomatiche" ha detto ancora Zelensky senza fornire però ulteriori dettagli. Precedentemente alla sua visita in Italia, ha soggiornato in Germania, dove durante la riunione a Ramstein, ha nuovamente invitato i partner a fornire maggiori armamenti e rinnovato l'invito a rimuovere le restrizioni sull'uso dei missili occidentali per consentire alle forze di difesa di attaccare obiettivi militari in Russia. Nonostante l'ampio consenso europeo sulla necessità di sostenere Kiev persistono alcune divergenze tra gli Stati membri. L'Ungheria, rappresentata al Forum Ambrosetti dal Primo Ministro Viktor Orban, ha spesso adottato una posizione più cauta rispetto agli altri Paesi dell'Unione. Da notare che Zelensky ha respinto le passate proposte di Budapest per un negoziato di pace diretto con Putin, sottolineando l'impossibilità di negoziare con un aggressore.