L'ultra liberista di destra Javier Milei è il nuovo Presidente eletto dell'Argentina. Con l'86 per cento dei voti scrutinati Milei ha ottenuto il 56 per cento dei suffragi vincendo il ballottaggio contro il candidato peronista progressista Sergio Massa, con il 44,04 per cento, in un'elezione storica e cruciale per il Paese. Massa ha ammesso la sconfitta dichiarando che i risultati non sono quelli attesi e di essersi congratulato con Milei, che è il leader scelto dagli argentini per i prossimi quattro anni. La Camera Nazionale Elettorale ha comunicato alla chiusura dei seggi l'affluenza, che ha raggiunto il 76 per cento, il 2 per cento in più del primo turno ma più bassa di quella attesa nonostante l'obbligatorietà del voto e le multe per non avere espresso la propria volontà. Milei, nel suo primo discorso, ha dichiarato che inizia la fine della decadenza argentina, che si inizia la ricostruzione e si volta pagina. Milei ha precisato che finisce il modello dello Stato che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre, e di sapere che vi saranno persone che resisteranno per mantenere i propri privilegi, ma che tutto sarà sottoposto alla legge, mettendo in questo modo in guardia la casta. Milei assumerà il suo mandato il dieci dicembre prossimo, nel quarantesimo anniversario della democrazia dall'ultima dittatura militare. Per Milei la situazione è drammatica, non vi è spazio per la gradualità e le mezze misure, l'inflazione e la povertà, la miseria e l'insicurezza sono le misure più urgenti. Massa si è detto convinto che la cosa più importante è il messaggio che la convivenza, il dialogo e il rispetto della pace di fronte alla violenza è la strada migliore che si possa intraprendere, e che ora la responsabilità di dare certezze e garanzie sul piano sociale, politico e economico spetta al Presidente eletto.
Franco de Stefani