Nel dicembre 2021 gli Stati membri dell'Organizzazione mondiale della sanità si sono incontrati a Ginevra dove hanno deciso di approntare a un accordo sulla preparazione e risposta a un eventuale pandemia. L’intesa dovrebbe venir preparata in tempo per l'adozione da parte dell'Assemblea Mondiale della Sanità a fine maggio, ma sono pochissimi i passi in avanti compiuti negli ultimi mesi. Il testo, giuridicamente vincolante, permetterebbe ai Paesi comunitari di lavorare assieme per garantire la propria sicurezza e quella altrui. Il compito dell'OMS è infatti supportare i governi con orientamenti, consigli e, quando necessario, forniture basati sull'evidenza, per aiutarli a proteggere la loro popolazione, ricorda l'Organizzazione. “Se ci trovassimo di fronte a una nuova pandemia, ci troveremmo ad affrontare molti degli stessi problemi emersi durante il periodo Covid”, ha più volte sottolineato in passato il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Da qui nasce quindi la necessità di un accordo vincolante che delinei una riposta della comunità internazionale equa ed efficace. L'intesa prevede l'adozione di una serie di impegni per rafforzare le difese e la prevenzione, tra cui il potenziamento del personale, la promozione della ricerca e dello sviluppo, un migliore accesso ai vaccini o altri medicinali e la condivisione di informazioni, tecnologie e campioni biologici. Ma sono numerosi ancora i quesiti e le controversie su cui si continua a discutere, a partire dall'accesso agli agenti patogeni scoperti e ai prodotti per la lotta alla pandemia come i vaccini. "Il tempo è ormai agli sgoccioli", sottolinea l'OMS, ricordando che gli Stati comunitari non dovrebbero chiedersi se arriverà una nuova pandemia, ma quando ciò accadrà.
M.N.