In un contesto internazionale segnato da continui sviluppi, Scholz si è recato in visita a Kiev, confermando con fermezza il sostegno della Germania all'Ucraina, martoriata da un conflitto che dura ormai da quasi tre anni. La visita, la seconda da quando è iniziata l'invasione russa, assume un significato particolare alla vigilia del vertice NATO a Bruxelles, dove si discuterà del futuro dell'alleanza atlantica e del suo ruolo di garante della sicurezza europea. Scholz, giunto nella capitale ucraina in una visita a sorpresa, porta dunque un messaggio: un pacchetto di aiuti militari del valore di 650 milioni di euro da erogare entro l’anno, destinato a rafforzare le capacità difensive del Paese invaso. Questo nuovo contributo si aggiunge ai precedenti aiuti forniti dalla Germania, che si posiziona come il secondo più grande sostenitore militare di Kiev dopo gli Stati Uniti. La decisione di Berlino di intensificare il sostegno si inserisce in un quadro più ampio, caratterizzato da una crescente consapevolezza della minaccia rappresentata dalla Russia per la sicurezza europea. Tuttavia, la decisione di Scholz non è priva di critiche, sia all'interno della Germania che a livello internazionale. Alcuni osservatori ritengono che Berlino dovrebbe fare di più per aiutare Kiev, mentre altri temono che un eccessivo coinvolgimento nel conflitto possa avere ripercussioni negative sulla stabilità dell'Europa. Va ricordato che l'incontro di oggi arriva dopo un periodo di tensione diplomatica, innescato dalla telefonata di Scholz a Vladimir Putin poche settimane fa, la quale aveva fatto storcere il naso a Kiev, creando una situazione delicata dove il cancelliere era stato ritenuto responsabile dell'avvio di una dinamica rischiosa riguardo il conflitto. Nel frattempo, il Presidente ucraino continua a esercitare pressione sugli alleati chiedendo maggiori aiuti; durante la visita di ieri a Kiev da parte del Presidente del Consiglio europeo Antonio Kosta, dell’Alta rappresentante UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas e della commissaria per l’allargamento Marta Kos, Zelensky ha posto come condizione preliminare all'avvio di negoziati di pace un significativo rafforzamento militare, comprensivo dell'adesione alla NATO. Secondo il leader, tale potenziamento è indispensabile per garantire la sopravvivenza del suo Paese e per poter affrontare la Russia da una posizione di forza.
Alessia Mitar