Vittoria dell'opposizione alle elezioni amministrative in Turchia: i candidati del presidente turco Recep Tayyp Erdogan non riescono a riconquistare Istanbul e Ankara e il suo partito perde lo scettro di prima forza politica del Paese, superato dai repubblicani del Chp. Lo spoglio dei voti è ancora in corso in tutto il Paese, i risultati ufficiali sono attesi per oggi, ma Murat Kurum, il candidato scelto dal presidente turco, è destinato a tornare nel grigiore che ne ha contraddistingo la campagna elettorale e all'ombra del leader.
Il voto si è comunque svolto in un clima di tensione, con i primi scontri e vittime registrate nella zona meridionale del Paese. Una persona è morta e undici sono rimaste ferite in scontri con pistole, bastoni e pietre durante le operazioni di voto nel distretto rurale di Agaclidere a Diyarbakir, nel sudest della Turchia.
Per il partito Giustizia e Sviluppo (Akp) di Erdogan le elezioni rappresentavano una ghiotta opportunità di rivincita dopo la debacle delle amministrative di cinque anni fa. Per l'opposizione, uscita a pezzi dalle presidenziali, era invece l'occasione per rialzare la testa, a partire dalla metropoli sul Bosforo. "La popolazione di Istanbul ci ha dato l'autorità", ha detto Imamoglu dichiarando la vittoria. "Avete aperto la porta per il futuro", ha proseguito per poi ringraziare gli elettori e criticare "il sistema autoritario" di Erdogan.
L'amministrazione presidenziale turca però ha subito respinto gli appelli per elezioni presidenziali anticipate. "Il mandato di Erdogan durerà fino al 2028", sua scadenza naturale, ha scritto su X il consigliere capo presidenziale Mehmet Ucum. "La Turchia attuerà politiche di riforma in tutti i settori durante i prossimi quattro anni senza elezioni fino al 2028. Il presidente Erdogan guiderà la Turchia verso nuove fasi con la sua leadership nazionale, nella prospettiva di una Turchia forte e indipendente. Nessuno deve avere dubbi", ha concluso Ucum.
Valerio Fabbri