Una situazione che desta preoccupazione ma che non sorprende, sono i commenti che circolano in rete in queste ore. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano Sean Savett sottolinea l'attenta osservazione degli Stati Uniti dell'evoluzione in corso in Siria, evidenziando i continui scambi informativi con i partner regionali. Il Pentagono, per bocca dell'assistente del Segretario alla difesa Usa per il Medioriente Daniel Shapiro, puntualizza: "Manterremo gli effettivi militari nella Siria orientale e prenderemo misure necessarie per evitare la rinascita dello Stato islamico." “Attimi storici” ha detto invece Mazalum Abdi, comandante dell’SDF. “Un regime autoritario crollato con una svolta che rappresenta una preziosa opportunità per edificare una nuova Siria, fondata sui principi democratici e sulla giustizia, in cui siano garantiti i diritti di tutti i cittadini.” Il premier siriano, Mohammed al Jalali, nonostante abbia espresso la propria "disponibilità a collaborare con qualsiasi leadership che il popolo eleggerà", pare sia stato arrestato. Il leader dei ribelli Abu Mohammed Al-Jolani ha raccomandato alle sue milizie di non attaccare gli edifici delle istituzioni, che dovranno rimanere sotto la supervisione del deposto Governo finché non sarà ultimata la transizione. Oltre agli assalti alle carceri, ai media statali, ad essere attaccata anche l’ambasciata iraniana nella capitale siriana, fulcro del sostegno al regime di Assad dove sono stati sfregiati tutti i simboli del potere iraniano.
Non si hanno al momento notizie certe sulla sorte del Bashar al-Assad. Secondo media arabi avrebbe trovato rifugio in Iran poco prima della caduta di Damasco nelle mani delle forze jihadiste. Altri sostengono invece si trovi in una base russa in Siria e sarebbe in partenza per Mosca. Secondo il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, Assad sarebbe fuggito dalla Siria dopo che gli è venuto a mancare l'appoggio militare di Mosca. Il Ministero degli esteri turco, sostenitore del fronte islamista entrato a Damasco, auspica un passaggio di potere pacifico e privo di vendette. Israele fa sapere di aver fatto avanzare i propri soldati in territorio siriano, nella zona di interposizione, confinante con le alture del Golan.
Alessia Mitar