La fragile tregua in Medio Oriente è nuovamente minacciata da tensioni crescenti. Washington teme un deterioramento della situazione per le presunte violazioni israeliane dell'accordo di cessate il fuoco in Libano, con particolare riferimento al recente impiego di velivoli senza pilota nei cieli della capitale. “Le azioni aggressive portate avanti dalle forze di occupazione – ha affermato il capo del Parlamento di Beirut - rappresentano una violazione palese dei termini dell'intesa." L'IDF ha inoltre imposto restrizioni alla libertà di movimento della popolazione civile, vietando il ritorno in diverse località nella parte meridionale. Tali atti, secondo fonti informate e riportate dal quotidiano Ynet, metterebbero a repentaglio gli sforzi compiuti dalla diplomazia per stabilizzare la regione. Parallelamente, anche la Francia ha sollecitato lo Stato ebraico a rispettare pienamente i termini dell'accordo, sottolineando l'importanza di un cessate il fuoco duraturo non solo in Libano, ma anche a Gaza. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha ribadito durante una conversazione telefonica con l'omologo israeliano la necessità di un'immediata cessazione delle ostilità e l'apertura di un corridoio umanitario per fornire aiuti alla popolazione civile. Contestualmente, situazione instabile e preoccupante anche nella vicina Siria a seguito dell'offensiva condotta dalle fazioni armate filo-turche di Hayat Tahrir al-Sham, le quali hanno esteso il proprio controllo su vaste porzioni del territorio settentrionale, compresa la strategica città di Aleppo. Mentre sul terreno si perpetua lo scontro, a livello internazionale si lavora incessantemente per trovare una soluzione pacifica al conflitto e indurre le parti a cessare le ostilità, al fine di proteggere la popolazione civile. L'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha lanciato un allarme in seguito all'esodo di quasi 50 mila persone dalla parte nord-occidentale del Paese. Secondo i dati, il numero degli sfollati è aumentato in maniera esponenziale nel giro di pochi giorni, passando da 14 mila a oltre 48 mila tra il 28 e il 30 novembre. L'Ufficio ha espresso preoccupazione per il destino di altre decine di migliaia di persone che potrebbero essere costrette a fuggire dalle proprie abitazioni a causa delle violenze in corso.
Alessia Mitar