Foto: AP
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"Come presidente, sono obbligato a proteggere la sicurezza e la pace dei nostri cittadini, a preoccuparmi dell'integrità del Kazakhstan", ha detto il presidenze kazako, Kassym-Jomart Tokayev parlando in russo alla televisione kazaka. Secondo le sue parole, il Paese è sotto attacco da parte di gruppi terroristici addestrati all'estero, per reprimere le proteste il presidente ha quindi chiesto l'intervento militare di Mosca e degli altri paesi membri dell'Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva, che raggruppa sei ex stati sovietici.
Pronta la risposta della Russia: diversi blindati e decine di truppe a piedi hanno già fatto ingresso nella piazza principale ad Almaty, dove le proteste sono ancora in corso. Mentre le truppe si avvicinavano alla folla, sono stati uditi degli spari.
Anche i Paesi dell'Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva hanno annunciato che invieranno una "forza di pace" in Kazakistan per un "tempo limitato per stabilizzare e normalizzare la situazione nel Paese". A renderlo noto, il capo del governo armeno, Nikol Pashinyan, presidente dell'alleanza.
Intanto sono stati "eliminati" durante la notte dalle forze dell'ordine decine di rivoltosi che hanno preso parte ai disordini ad Almaty. La loro identità è in corso di accertamento. Lo ha dichiarato un portavoce della polizia, che ha definito la loro uccisione una "operazione antiterrorismo".
Il Ministero dell'Interno kazako ha riferito che 13 membri delle forze dell'ordine sono rimasti uccisi negli scontri, centinaia invece i feriti, secondo il bilancio di una TV locale. L'emittente precisa che una vittima è stata decapitata. Le immagini, diffuse dai media e sui social, mostrano negozi saccheggiati e alcuni edifici amministrativi presi d'assalto e dati alle fiamme.


E. P.