Foto: Reuters
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A seguito delle accuse di frode elettorale mosse dall'opposizione, il presidente Nicolas Maduro ha deciso di ricorrere alla Corte Suprema di Giustizia per ottenere una certificazione ufficiale dell'esito delle elezioni. In ottemperanza a una sentenza del tribunale, il Consiglio Nazionale Elettorale ha consegnato alla Corte Suprema i registri elettorali delle votazioni del 28 luglio, i verbali di scrutinio, di aggiudicazione e proclamazione della vittoria di Maduro. Questo passaggio è stato interpretato come un tentativo di garantire maggiore trasparenza e di fugare ogni dubbio sulla legittimità del processo democratico. La presidente della Corte Suprema ha confermato la ricezione dei documenti, esprimendo gratitudine per la collaborazione. La consegna permetterà alla Corte di avviare un processo di indagine informativa che potrebbe durare fino a 15 giorni, convocando i candidati e i leader dei partiti per rispondere alle domande e registrare gli strumenti elettorali in loro possesso. Le convocazioni inizieranno con il candidato dell'opposizione Edmundo Gonzalez Urrutia, a seguire il Presidente uscente Nicolas Maduro. La comunità internazionale è divisa sulla legittimità della vittoria del Presidente uscente, con posizioni contrastanti tra i vari Paesi. A chiedere una “verifica indipendente” al fine di garantire correttezza, l’Unione Europea, oltre agli Stati Uniti, l’Argentina e il Perù. A Caracas, nel frattempo, non si fermano le manifestazioni di protesta. Dal 28 luglio migliaia di persone sono scese in piazza per esprimere il proprio dissenso contro i presunti brogli e irregolarità elettorali denunciati dall'opposizione e per chiedere la fine del regime di Maduro. In diverse città del Paese sono stati segnalati danni a esercizi commerciali e monumenti. Vandalizzati anche molti edifici governativi. L’organizzazione Vicitm’s monitor riferisce di 1.010 persone arrestate, tra cui 91 minorenni.