Secondo Janša anche la decisione della Corte suprema era prevedibile. "Concordo con Cerar - ha affermato il leader dell'opposizione - il governo non ha violato la legge, perché' questa è stata poi annullata, ha però agito immoralmente per quanto riguarda l'intero progetto del secondo binario".
Anche Karl Erjavec, leader del DeSUS, non si dice sorpreso delle dimissioni del premier, dopo gli ultimi eventi Cerar "difficilmente riuscirebbe a guidare il governo con credibilità", dice. "Cerar ha gettato la spugna - aggiunge il Ministro degli esteri - ma ciò non avrà ripercussioni negative sulla stabilità della Slovenia".
Il presidente della Camera di Stato e vicepresidente di SMC, Milan Brglez, afferma di essere d'accordo con il premier: questa è la strada giusta da intraprendere quando praticamente tutti "cercano, in tutti i modi possibili e immaginabili, di fermare lo sviluppo del Paese".
Secondo il partito Sinistra le dimissioni di Cerar non cambieranno le cose. La coalizione al governo non è riuscita a portare a termine nessuno dei maggiori progetti che ha pianificato.
Dejan Židan, leader social-democratico respinge le critiche ai minori partner di coalizione che il premier Cerar ha lanciato ieri, mentre rassegnava le sue dimissioni.
Nessun timore degli economisti: "Le elezioni erano comunque già pianificate per il mese di giugno".
Incertezza però sul futuro della Nova Ljubljanska Banka e progetto secondo binario, ma soprattutto sulla sorte dei negoziati con i sindacati del pubblico impiego. Interpretando probabilmente il pensiero anche di altre sigle sindacali, la rappresentante degli impiegati nell'assistenza sanitaria, Jelka Mlakar, dice di sperare che le dimissioni di Cerar non vanifichino gli sforzi fatti finora per giungere a dei compromessi.