Sono circa 60 mila i cittadini sloveni rientrati dalla Croazia negli ultimi tre giorni, tra sabato e ieri, ultimo giorno utile per il ritorno senza incorrere nell'obbligo della quarantena di 14 giorni. Il Ministro dell'Interno, Aleš Hojs ha fornito cifre riguardanti i transiti in entrata ai valichi di confine, in tre giorni sono stati complessivamente circa 226 mila; più o meno lo stesso numero del corrispondente periodo di un anno fa; gli sloveni sono stati 22 mila circa sabato, 25 mila domenica, 16 mila ieri, lunedì. Rientri scaglionati nell'arco della giornata il che ha contribuito ad evitare intasamenti e lunghe code; in ogni caso sono state predisposte corsie aggiuntive il che ha contribuito ulteriormente allo snellimento del traffico. Hojs ha anche detto che i rientri sono con ogni probabilità cominciati già una decina di giorni fa, quando la Slovenia aveva annunciato la prossima inclusione della Croazia nella lista rossa dei paesi a rischio coronavirus. La decisione del governo, lo ricordiamo, risale a giovedì della scorsa settimana, quando ha dato tempo fino a questa mezzanotte ai vacanzieri sloveni per rientrare. Hojs ha poi ricordato che negli ultimi tre giorni ai valichi di confine sono stati consegnati complessivamente 2.138 provvedimenti di quarantena, 1.272 nella sola giornata di domenica, non hanno però riguardato cittadini sloveni, bensì quelli di paesi già in precedenza nella lista rossa, come Serbia e Bosnia-Erzegovina. Hojs ha ringraziato le forze di polizia impegnate ai valichi, e anche i media per il ruolo svolto nell'informare in maniera capillare sulle misure che stavano per scattare. Hojs ha poi escluso l'ipotesi di tentativi di evitare la quarantena entrando in Slovenia dall'Ungheria. “Niente di tutto questo”, ha garantito; “sono stati predisposti controlli, anche in collaborazione con le autorità ungheresi e croate”. Per quanto riguarda gli sloveni ancora rimasti in Croazia, Hojs ha rilevato che può trattarsi di persone che non hanno figli in età scolare, che hanno scelto magari di affrontare il periodo di quarantena, oppure attendono un miglioramento del quadro epidemiologico nel vicino paese, cioè il ritorno nella lista gialla, con conseguente cancellazione dell'obbligo di quarantena. Al momento però la situazione non lascia pensare a revoche nel giro di 14 giorni, saranno necessarie, secondo Hojs, almeno tre settimane. Il portavoce del governo per l'emergenza coronavirus, Jelko Kacin, ha detto che la situazione epidemiologica in Croazia resta preoccupante e non sono da attendersi miglioramenti nell'immediato; preoccupa l'aumentato numero di contagi in regioni che finora registravano casi molto bassi di positività. Per quanto riguarda la Slovenia, Kacin ha parlato di dati tranquillizzanti in vista dell'inizio dell'anno scolastico; a sua volta ha ricordato che si è provveduto ad avvertire per tempo i vacanzieri sloveni in Croazia, una decina di giorni prima dell'introduzione dell'obbligo di quarantena al rientro, in modo da evitare resse ai valichi. Domani riunione del governo per fare il punto della situazione sul fronte epidemiologico in Slovenia e nei paesi vicini.
Delio Dessardo