La migrazione dei popoli esiste dalla notte dei tempi ed è stata sempre causata dall'assenza di risorse economiche. Nel 19-esimo secolo moltissimi migranti europei sono andati rispettivamente in Nord America, Sudamerica e nell'emisfero australe. Il vecchio continente ora è interessato da una migrazione dai paesi asiatici e dall'Africa. L'Unione Europea non ha confini propri, non ha una forza militare propria, non ha nemmeno una unica polizia di frontiera, ecco dunque che alcuni paesi come Austria, Ungheria e la stessa Slovenia, senza interventi concordati a livello centrale, hanno deciso autonomamente di innalzare reticolati per arrestare il flusso migratorio.
La Slovenia da par suo lo ha fatto dopo la crisi del 2015, quando al confine con la Croazia si trovò a far fronte con una marea composta da migliaia di migranti provenienti dalla rotta balcanica. Da allora reticolati e transenne, sono stati innalzati al confine con la Croazia per regolare l'afflusso di profughi e migranti che vogliono andare verso il Nord Europa. Barriere fisiche che né hanno fermato, né arrestano il flusso migratorio. 16mila i passaggi nel 2019, 14.500 nel 2020, i numeri più recenti. La volontà di questi disperati è più forte anche della pandemia. Purtroppo, non appena i reticolati vengono srotolati si blocca il tempo per combattere e sperare. Le barriere fisiche rappresentano un fallimento politico grave, come lo è l'accoglimento indiscriminato dei migranti, entrambi mettono in evidenza l'inadeguatezza delle istituzioni, dell'Unione Europea e delle sue politiche comunitarie. In Slovenia, nel periodo dall'1 al 31 gennaio 2021, stando ai dati pubblicati dalle Forze dell'Ordine, ci sono stati 306 attraversamenti illegali delle frontiere, in pratica un calo del 50 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ciononostante, il Ministro degli Interni, Aleš Hojs, ha espresso l'intenzione di collocare altri 50 chilometri di filo spinato al confine con la Croazia. L'opera avrebbe un costo di 6 milioni di euro. La misura e la spesa non trovano giustificazioni. Se al tutto si aggiunge che annualmente il taglio della vegetazione in prossimità delle barriere ha un costo stimato di 5 mila euro a chilometro, e il totale del reticolato con la Croazia prossimamente raggiungerebbe i 270 km, forse il milione e passa di euro potrebbe venir investito diversamente.
Corrado Cimador