In Slovenia ci si concentrerà dunque sull' importanza dei mass media pubblici che per l'Associazione dei giornalisti e il sindacato di categoria sono fondamentali per il funzionamento democratico del paese. Si punterà dunque sulla situazione alla STA, l'Agenzia di stampa slovena e quella alla Radio Televisione slovena. La prima -ricordiamo-è stata al centro di una diatriba con il premier Janša che voleva toglierle i contributi governativi, pericolo evitato all' ultimo momento con un contratto restrittivo che non finanzia l'attività in toto ma in base al numero degli articoli pubblicati. Per quanto riguarda la RTV, si denunciano invece nomine politiche e cambiamenti ai vertici redazionali nonché la cancellazione o il trasferimento di rete di alcuni programmi televisivi. I giornalisti delle redazioni informative accusano la direzione dell'ente che -con il sostegno del Consiglio di programma e quello di sorveglianza- starebbe riducendo l'autonomia redazionale e interferendo arbitrariamente sul programma con la volontà di impoverirlo. Non mancherebbero inoltre minacce di licenziamento o regressione di categoria per i giornalisti che esprimono opinione contrarie a quelle della direzione dell'ente. Osservazioni che unite a tutta un'altra serie di problemi hanno fatto retrocedere la Slovenia di ben 18 posizione sulla Lista relativa alle libertà di stampa elaborata da Giornalisti senza frontiera. Nell' elenco che include 180 stati, il nostro paese è passato dal 36. esimo al 54.esimo posto.

Lionella Pausin Acquavita

 Foto: BoBo/Žiga Živulović ml.
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