Maja Novak
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Una pattuglia del contingente sloveno impegnato in Libano nel quadro della missione UNIFIL di controllo dei confini è rimasta stamane vittima di due attacchi, portati da un gruppo di uomini armati. Nel primo caso il veicolo su cui viaggiava è stato circondato e danneggiato, nel secondo il veicolo è stato cosparso di benzina e dato alle fiamme. Gli uomini della pattuglia sono riusciti a ritirarsi senza conseguenze, dopo aver sparato alcuni colpi di avvertimento in aria e a far rientro alla base militare in cui sono di stanza, fanno sapere dalle Forze Armate. La Slovenia è presente in Libano con un contingente di 15 effettivi, nel quadro della missione UNIFIL. La Forza d'Interposizione delle Nazioni Unite in Libano è stata creata nel 1978. Il mandato è stato rinnovato in seguito all'invasione israeliana del Libano del 1982 e al ritiro delle truppe israeliane dal Paese nel 2000. Nel 2006, in seguito all'inasprirsi della situazione nella zona confinaria, è stato disposto l'invio nel Paese di un contingente internazionale, tra cui quello sloveno e italiano. Prima della crisi dell'estate 2006 la missione delle forze UNIFIL era quella di verificare il ritiro delle truppe israeliane dal Libano ed assistere il Governo libanese nel ristabilire la propria autorità nel sud del Paese. I soldati sloveni in Libano sono già in passato stati meta di attacchi; nella primavera del 2015 una pattuglia del contingente sloveno era caduta in un'imboscata di miliziani arabi che avevano approfittato della situazione per sottrarre dal loro veicolo un computer contentente informazioni militari segrete. Un fatto simile è accaduto nel febbraio dello scorso anno quando i militari sloveni impegnati con la missione UNIFIL sono usciti indenni da un agguato registrato sempre nello stesso Paese. Altri tre incidenti sono stati segnalati in Afghanistan, il più grave dei quali nel 2014 in cui è rimasto ferito un soldato.
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