Per la campagna riguardante la Radiotelevisione pubblica, cioè RTV Slovenia, che prevede novità in materia di direzione, gestione e controllo dell'ente sono pervenute 27 adesioni; 12 persone giuridiche, tra cui l'Istituto 8 marzo, che non parteciperà alle altre due campagne, otto persone fisiche e 7 partiti politici, sarà la campagna più affollata delle tre. Per il referendum sull'assistenza a lungo termine, le adesioni sono molte di meno, 12 in tutto, sette partiti, quattro persone giuridiche e una sola persona fisica. Infine, per la consultazione referendaria sulla riorganizzazione del governo, che prevede un aumento dei dicasteri, sono dieci le adesioni: sei partiti e quattro persone giuridiche. Da rilevare che per tutte e tre le campagne si sono impegnati i partiti della coalizione di governo, Movimento Libertà, Partito socialdemocratico e Levica-Sinistra, e il partito democratico, principale forza dell'opposizione e promotore come detto dei referendum. Non figura invece nella lista degli organizzatori Nuova Slovenia, a sua volta all'opposizione. Ricordiamo che la campagna durerà fino al 25 novembre, domenica 27 si andrà alle urne.
Intanto si prospetta un'altra consultazione. I rappresentanti dell'Associazione dei consigli dei lavoratori della Slovenia hanno inoltrato alla Camera di Stato più di 3.000 firme a sostegno dell'avvio delle procedure per indire un referendum legislativo sull'emendamento alla legge sulla holding statale slovena, la SDH, che gestisce il patrimonio dello stato e dove confluiranno, in base alle modifiche, anche i beni finora controllati dalla DUTB, la società che si occupa dei crediti deteriorati delle banche. L'associazione si oppone all'emendamento in quanto non tiene conto, così i promotori, del diritto costituzionale dei dipendenti a partecipare alla gestione, ha spiegato il presidente dell'associazione, Vladimir Šega. L'emendamento alla legge sull'SDH è stato approvato dal Parlamento la scorsa settimana.
Delio Dessardo