L'evento si basa sulla protesta, sull'integrazione e sullo sguardo verso il futuro, hanno affermato i manifestanti. Una celebrazione senza barriere, aperta a tutti, si tratta infatti di una festa del popolo non delle élite politiche e dell'attribuzione unilaterale di meriti, come sta facendo l'attuale governo.
Jaša Jenull, che solitamente conduce le proteste del venerdì, ha salutato i partecipanti: "Benvenuti alla festa del popolo, la festa della ribellione". In Piazza Prešeren numerosi gli striscioni dei dimostranti rivolti contro l'attuale esecutivo Janša, con scritte quali "Abbasso questo governo corrotto!", "Basta corruzione!", "Non vogliamo un governo che mente e ruba!" e "Stop alla dittatura!"; uno striscione diceva però "Slovenia, ti vogliamo bene".
Poco prima dell'inizio della manifestazione, sulla statua del poeta Prešeren un gruppo di provocatori - i cosiddetti gilet gialli - ha affisso uno striscione con la scritta "Chiamate il patriottismo fascismo, per difendere il vostro comunismo". Ciò ha portato ad un immediato conflitto con gli altri manifestanti. Jenull ha quindi chiesto alla polizia di "rimuovere i neonazisti dalla statua di Prešeren", in caso contrario lo faranno i dimostranti. Immediata la reazione degli agenti che hanno fermato la ressa e portato via i gilet gialli. La protesta è quindi continuata in maniera pacifica con i discorsi di rappresentanti di sindacati, studenti, organizzazioni ambientaliste e società civile.
La celebrazione alternativa si è conclusa con l'inizio di quella ufficiale in Piazza della Repubblica. "Questa è stata la più bella Giornata dell'Indipendenza, grazie a tutti per essere venuti, ci vediamo venerdì prossimo", ha concluso Jenull.
Un piccolo gruppo si persone si è quindi recato verso Piazza della Repubblica; è stato però fermato dalla polizia, che secondo i manifestanti stava "proteggendo i ladri".
E. P.