La questione era diventata spinosa ormai da tempo, ma con la decisione odierna del parlamento è arrivato anche il sigillo della politica per affrontare i retroscena della costruzione del canale C0. Nell'ultimo giorno di sessione ordinaria per i lavori d'aula, i deputati hanno istituito una commissione, partecipata da rappresentanti di tutti i partiti presenti in parlamento, che indagherà su eventuali abusi e atti illegali nella costruzione del sistema idrico alle porte di Lubiana che dovrebbe garantire acqua potabile per centinaia di migliaia di residenti della capitale e dei suoi dintorni.
Secondo il Partito democratico sloveno (SDS), che ha portato il problema dalla sala municipale di Lubiana alle aule parlamentari, la costruzione di un sistema di acque reflue sulla falda acquifera è una minaccia per oltre 300.000 abitanti e per il resto dell'ecosistema lubianese. Il progetto C0, fortemente voluto dal sindaco Zoran Janković e in larga parte finanziato da fondi europei, è diventato una questione politica spinosa al punto che anche il partito di maggioranza Sinistra (Levica) si è detto d'accordo con l'opposizione sulla necessità di fare chiarezza, anche in ottica futura. Nel mirino, infatti, è finito anche il ministro delle risorse naturali e dello spazio, Uroš Brežan, reo di non aver monitorato sui permessi. Ma l'esecutivo ha già fatto sapere nelle scorse settimane che il margine di intervento governativo è pressoché inesistente, in questa fase del progetto ormai alle battue finali, anche perché finora non sono state riscontrate irregolarità nelle procedure. Nella contesa è intervenuta anche la presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, che ha chiesto una sospensione temporanea dei lavori in attesa di far luce sulla vicenda. Ma il più lesto di tutti, ancora una volta, è stato Janković, che si è detto disponibile a collaborare con il parlamento. Prima di aggiungere che, comunque, entro settembre, quando i parlamentari riprenderanno a lavorare, il canale C0 sarà terminato nella sua interezza.