Segnali da più fronti a testimoniare il calo dei consumi, a causa di inflazione, incertezza geopolitica, crisi energetica: sono tutti fattori che scoraggiano i cittadini europei. La ripresa dell'economia post-pandemia è già finita e da una fase di rallentamento della crescita si è passati rapidamente a una fase di frenata, con indicazioni chiare di una futura recessione. Non viene risparmiata la Slovenia, dove a ottobre gli introiti reali dalle vendite nel commercio al dettaglio sono scesi per la seconda volta di seguito su base mensile, questa volta mediamente dello 0,7 percento, con la percentuale più alta, il 2,8, che ha riguardato i generi alimentari. Su base annua, le entrate per quanto concerne sempre gli alimentari sono diminuite del 6,2 percento. E' la conseguenza del calo dei consumi, dovuto in primo luogo a rincari in molti casi sfuggiti ad ogni controllo. Un'indagine pubblicata dal quotidiano lubianese Dnevnik rivela che il 2022 sarà contrassegnato da prezzi impazziti dei generi alimentari. Secondo dati Eurostat, risalenti a ottobre, l'aumento annuale dei prezzi è stato in Slovenia del 17,9 percento, media europea del 17,8 percento. In Slovenia, stando ai dati dell'Ufficio centrale di statistica, a contribuire maggiormente all'aumento del costo della vita prendendo in considerazione la sfera alimentare, sono stati olio, zucchero e latte, ma anche altre voci hanno fatto la loro parte.
L'inflazione calcolata ufficialmente non è mai uguale a quella percepita dal singolo, poiché tiene conto dei consumi domestici per l'utente medio. L'ufficio di statistica misura anche l'opinione dei consumatori. A novembre l'indicatore riguardante l'andamento dei prezzi negli ultimi dodici mesi ha raggiunto il valore più alto da quando viene monitorato, Ciò sta a indicare che sono sempre di più i consumatori ad avvertire l'aumento dei prezzi.
Delio Dessardo